La Fiera de l'Oca Ricostruzione storica di una fiera del '900
22a edizione del Zogo de l’Oca in Piazza

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“Nulla è difficile per coloro che hanno la volontà”. Una celebre frase pronunciata da Robin Williams
ne “L’attimo fuggente”, spiega bene cosa muove un gruppo di volontari in provincia di Venezia ad
organizzare una manifestazione affermata e ormai nota anche oltre confine (in Francia ormai la
conoscono bene) come il “Zogo de l’Oca de Miran”.
L’annullamento dello scorso anno, a causa della pandemia, quasi non ha fatto notizia, in una moria
generale di manifestazioni e sagre paesane. Ma la Pro Loco di Mirano, che organizza questa
manifestazione unica nel suo genere, non si è lasciata sopraffare dalla rassegnazione e dalle difficoltà
che anche solo lo stop di un anno possono provocare: la voglia di ricominciare è tale da aver spinto
il gruppo, nonostante l’emergenza sanitaria non sembri affatto finita, a organizzare la prossima
edizione, prevista per l’autunno, riprendendosi quella bella consuetudine di fare festa con la storia e
i costumi di un tempo, che sa tanto di normalità.
Ancora non è possibile sapere se la pandemia permetterà di esserci come nel 2019, ma la macchina è
in ormai in moto e alla Pro Loco di Mirano sanno che le tradizioni si tramandano anche con la voglia
di tenerle vive, fosse anche solo tra un ristretto gruppo di organizzatori. Ritrovarsi, in questo senso,
era davvero necessario.
Se poi il virus darà tregua, la piazza di questa bella cittadina dell’entroterra veneziano è pronta ad
accogliere quel salto indietro nel tempo che da una ventina d’anni caratterizza il weekend di San
Martino, a novembre. In quel fine settimana Mirano si trasforma in un borgo d’inizio Novecento, in
quella Belle Epoque che, guarda caso, nasceva in un periodo di invenzioni e progressi ma anche da
un sentimento di nostalgia per le epoche passate. Proprio i sentimenti che muovono questa agognata
e difficile ripresa.

Per due giorni, il centro storico di questa cittadina di 28mila anime cela volutamente tutti i segni della
modernità sotto la veste della storia locale: i cartelli stradali diventano insegne d’epoca, le auto
lasciano il posto a carri, i negozi ai banchi del mercato e ai baracconi di una vecchia sagra paesana.

In questo contesto, protagonista è l’oca, in ossequio al detto veneziano “Chi no magna l’oca a San
Martin no fa el beco de un quatrin”: chi non mangia l’oca a San Martino non fa il becco di un
quattrino. Il gioco, la ricostruzione storica, l’enogastronomia tipica affondano le radici nella
tradizione, che vedeva in quel periodo dell’anno la carne del pennuto diventare così grassa e tenera
da sciogliersi in bocca. E in un’epoca in cui i proprietari terrieri di Mirano erano in gran parte ebrei e
non potevano mangiare maiale, l’oca divenne presto la regina, non solo del cortile, ma anche della
tavola.
Il simpatico pennuto, per restare a tavola, è protagonista anche del celebre gioco di società, riprodotto
al centro dell’ovale della piazza a grandezza d’uomo. Fu il compianto artista Carlo Preti a disegnarne
una versione particolare della spirale, che spinse due vulcanici miranesi come Sandro Zara e Roberto
Gallorini a trasformarlo in manifestazione. Così, dalla fine degli anni Novanta, le 63 caselle del gioco,
grandi due metri per due, sono una passerella lunga 130 metri che diventa teatro della disfida tra le
squadre del capoluogo e delle frazioni. Giganti sono anche i dadi e le pedine, mentre a scandire la
progressione verso l’arrivo e la gloria sono divertentissime prove di abilità che a molti ricordano i
televisivi “Giochi senza frontiere” di qualche decennio fa.
Tutto attorno a questa arena rocambolesca impazza l’antica Fiera de l’oca: a farla da padrona sono
gli stendardi con lo stemma sabaudo, i banchi in legno del mercato, le bacheche con gli avvisi
comunali, i manifesti con le prime réclame, lo strillone con il giornale, l’imbonitore con i suoi intrugli,
l’artigiano che impaglia le sedie, i baracconi con il fucile a elastici, i barattoli da abbattere a pallate e
tanti altri scenari dei bei tempi che furono.
Ma è anche l’occasione per apprezzare la tradizione culinaria e artigianale rimasta tale da un secolo
a questa parte: acquistare prodotti, gustare il meglio dell’enogastronomia tipica, senza ovviamente
dimenticare l’assaggio propiziatorio di risotto, ravioli o salsiccia d’oca o scoprire souvenir e oggetti
a forma d’oca. All’Ocaria, il mercato dell’oca, partecipano anche i cugini francesi, la patria del bianco
pennuto, che da anni non mancano all’appuntamento miranese con i loro prodotti tipici, in una sorta
di gemellaggio d’Oltralpe che proietta gli effetti di questa magica tradizione anche nel futuro e nei
più disparati campi: economico, turistico e culturale soprattutto.
I vulcanici volontari della Pro Loco Mirano sono all’opera per organizzare un’edizione, quella del
13/14 novembre 2021 che, c’è da scommetterci, non mancherà di portare riferimenti a questa
agognata normalità e a una pandemia che tutti davvero sperano di esorcizzare con la leggera goliardia
di gioco in piazza.
22a EDIZIONE
Programma 2021
Sabato 13 novembre
ore 15.30
Apertura FIERA de l'OCA
con "l'OCARIA", il mercato dell'Oca
(ingresso libero)
ore 16.00
INIZIO SPETTACOLI DI STRADA:
Il teatro dei burattini, saltimbanco, musici,
giocolieri, artisti di strada, attori
I FIOI DEL FIO’
I TOCA MI
I TRAMPOLI di ACQUALTA TEATRO DI STRADA
GLI ARTISTI DI STRADA
IL TEATRO DEI BURATTINI
GIOCOLIERI
MIMI
ore 16.00
APERTURA BARACCONI "OCA PARK" PER BAMBINI
GIOCO DELL'OCA PER BAMBINI
(potranno partecipare tutti i bimbi presenti)
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Domenica 14 novembre
ore 9.30
Riapertura FIERA de l'OCA
Con "l'OCARIA"
e il "Teatro di Strada"
ore 11.00
"LA CUCCAGNA", pregioco per assegnazione ordine partenza con gli atleti del GRUPPO SERENISSIMA
dalle Ore 12.00
RISOTTO D’OCA E RAVIOLI D’OCA
ore 15.00
Sfilata dei figuranti
&
"ZOGO DE L'OCA IN PIAZZA"
- posti a sedere » a pagamento (prezzi)
- posti in piedi » ingresso libero
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